. Ricciardetto di Niccolò Carteromaco [peud.]. Iardo) avventurarli troppo,Che ogni felicità fempre ha *1 fuo intoppo,Z 5 ARoffi^ 3$B CANTO 9° A Roffiglione dunque fi fermaro,E congedare) il legno ; a nocerchiato, Dnocerchiato quanti elfi voller di danaro,Verfo Narbona prefero i fenritri .Ma taquer feinpre il loro inclito e chiaraNome i famofi e nobili guerrieri;se ben di Ricciardetto la per fonaVi fu ravchi visa dentro Narbona # 9% Ma qui i poi, pratique e intantoPor nuove corde alla mia fianca lira ;E pregar delle Mule il coro fantoChe Teftro in Me,che loro Apollo infpira,Voglia deftare : acci

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. Ricciardetto di Niccolò Carteromaco [pseud.]. iardo) avventurarli troppo, Che ogni felicità fempre ha *1 fuo intoppo, Z 5 ARoffi^ 3$B CANTO 9° A Roffiglione dunque fi fermaro, E congedare) il legno ; ed a nocchieriDato, quanti elfi voller di danaro, Verfo Narbona prefero i fenricri .Ma tacquer feinpre il loro inclito e chiaraNome i famofi e nobili guerrieri;Se ben di Ricciardetto la per fonaVi fu chi ravvisa dentro Narbona # 9% Ma qui convienimi ripofare, e intantoPor nuove corde alla mia fianca lira ;E pregar delle Mule il coro fantoChe Teftro in me, che loro Apollo infpira, Voglia deftare : acciò in queft* altro CantoLa fiacca mente che quali delira, Prenda nuovo vigore e nuova lena, E fia di belle immagini ripiena. 91E voi, che fino ad or grate e certefiUdifte, Donne, di mie rime il fuono;Non mi fiate neir ultimo feortefiCol lafciarmi domani in abbandono.Che fé mai di piacervi unqua pretefi ;Certo domani in tal fperanza io fonoDi riempirvi di si gran diletto, Che da più duna laro benedetto. Une del Canto f^entinovefimo * CAN- ÌS9. CANTO XXX» ARGOMENTO, Ricciardo appena e Defpina fpofati, Son tratti dalla ftrega in gran periglio, Per liberarli da9 crudeli agguati Si cangia un mago in un granel di miglio* I regj jpofi alfin fon liberati„ Compiace il prete alla Giannotta il figlio. Tornan gli fpofi alla città dolente, E fimfce ogni cofa allegramente. NOn così donna dopo lungo flento, Partorito chella ha, fi rafTerena;Come io, dato a quellopra cópimento, Ho dallegrezza lanima ripiena.Forfè a moftro fimile ed a portentoSarà la mefchinella, e n*ho gran pena:Ma tal quale fi fia, or chfè hnita, Pe* quefto capo almanco m* è gradua. Z 4 Tan- jtfo CANTO zTanto più che fermato ho nel penfieroDi tenerla a ciafeun fempre nafeofta, Dagli occhi in fuor di qualche amico vero, Per cui non ho giammai cofa ripoita •Che il buon amico candido e finceroNelle fatiche mie non fìfia a poflaGli occhi xrudei, ne fta col nafo aduncoNodi cercando nel pieghevol giunco. 3 Che fé per fo